Alla ricerca degli antichi mulini di Motta Camastra

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di Gaetano Consalvo

Dopo una lunga pausa estiva, l’Istituto per la Cultura Siciliana della sede locale di Motta Camastra è ripartito con una splendida escursione a carattere scientifico-naturalista alla scoperta delle meraviglie che riserva il parco dell’Alcantara.

Alla prima frescura del tardo pomeriggio di sabato scorso 3 settembre, un dinamico gruppo di appassionati ed esploratori al seguito del prof. Ernesto Bellomo, geologo Messinese esperto di antichi mulini ad acqua, ha raggiunto i ruderi di un antica costruzione ed in seguito al rinvenimento frammenti di macine di diversa tipologia, ha dato una brillante esposizione su tale  argomento.

In particolare si è soffermato sul funzionamento, sulle varie tecniche di costruzione e sull’origine e la struttura dei materiali impiegati nella costruzione delle macine.

Ad arricchire il gruppo di esperti la prestigiosa  presenza della giornalista romana Patrizia Caiffa ed del prof. Luca Pandolfi docente di antropologia culturale all’università Urbaniana-Salesiana ed Auxilium di Roma.

La ricerca è proseguita sulle tracce di antichi resti di numerosi ponti di fattura Romana e alto Medievale e di grotte rupestri nelle pareti laviche lungo il corso del  fiume, sicuramente abitate in epoca preistorica. L’interesse è scaturito dall’esame di antichi documenti e concessioni risalenti dall’epoca normanna attraverso cui si è riusciti ad individuare una serie di antichi mulini ad acqua in territorio di Motta Camastra lungo l’Alcantara  dati in concessione a privati ,ecclesiastici o signorotti locali.

Il fiume, fondamentale nello sviluppo delle civiltà oltre a rappresentare una fonte naturale illimitata di energia per i mulini, costituiva una via importante di comunicazione, fonte primaria di scambio, una sorta di autostrada dell’antichità dove transitavano merci e animali durante le transumanze, .soldati, pellegrini e mercanti che promuovevano scambi e conoscenze. Da qui già in epoca romana passava la via consolare Valeria che in seguito ripristinata dai Normanni diventerà la Regia Trazzera che da Messina attraversava tutta la Sicilia fino a Palermo .

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